Il maiale veniva affidato alla cura delle donne che, si dice, gli riservassero più attenzioni che ai componenti della famiglia. È una conferma dell’importanza storica del maiale nell’economia domestica; esso infatti costituiva una scorta di carne nutriente e facilmente conservabile
per tutto l’anno. Soltanto in occasione di festività o grandi ricorrenze
si serviva in tavola carne di vitello, molto raramente carne di mucca
o di pecora. Infatti erano macellati solo i capi vecchi o malandati, ormai inutili per la produzione di latte o lana. Durante i mesi invernali il piccolo maiale era allevato in un porcile costruito all’interno della stalla per poter usufruire del tepore degli altri animali. Veniva nutrito tre volte al giorno: latte al mattino e alla sera, minestra a pranzo. Coi primi tepori della primavera il maiale veniva trasferito nel porcile vero e proprio.
La sua nuova residenza non era spaziosa: meno movimento faceva, più grasso accumulava. Nell’attesa del periodo della monticazione era alimentato con le verdure dell’orto, col siero e un pugno di crusca.
Il trasferimento verso i pascoli montani avveniva sempre con un paio di giorni di ritardo rispetto alle mucche, alle pecore e alle capre e si presentava molto più impegnativo e lento. I maiali procedevano a zig-zag, si fermavano ad ogni pozza d’acqua per rinfrescarsi e si rifiutavano categoricamente, a ogni bivio, di imboccare la strada giusta. Inoltre era necessario, all’arrivo in malga, avere già pronto il siero per alimentarli.
L’alimentazione in quota continuava ad essere esclusivamente vegetale, integrata da siero fresco. Al rientro dalla malga, diveniva gradualmente solida: diminuiva la quantità di siero e verdura cruda e cominciava a basarsi su una polenta a base di farina di mais, patate e foglie di cavolo.
Durante i giorni precedenti la macellazione la dieta era integrata da
un pugno di mais; alla vigilia il maiale era lasciato a digiuno per l’impiego ottimale degli intestini destinati agli insaccati.
L’allevamento del maiale durava circa un anno. In questo lasso di tempo l’animale, dai 10-12 kg di peso iniziali, poteva raggiungere anche i 160 kg.